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domenica 5 settembre 2021
mercoledì 5 agosto 2015
Scalinata d'Arte 2015
Le foto con cui ho partecipato alla II° edizione di "Scalinata d'Arte" 2015
Casa diroccata nel quartiere Terruccia
Le contrade Rocche e Cassari viste dal Castello |
Piazza Vittorio Emanuele |
Chiostro annesso all'ex convento di Santa Maria di Gesù |
Contrada Caprara |
Chiesa Santa Maria Maggiore |
Il mastio del castello |
Contrada Parcazzu |
Piazza Matteotti |
domenica 28 dicembre 2014
Petra 'n capu Petra.... Al Agar Al Matqub - Il Castello edificato nella Pietra
E' ammirevole il suo castello, sul quale mi tratterrò forse lungamente; ma lo reputo degno di particolar nota. Lo visitai, ed il mio cuore restò vinto dalla maraviglia e dal rispetto. Sorge a tramontana del paese, in mezzo a forti merlati baluardi, ed al mezzogiorno è l'entrata. Da qui è il miglior punto per vederlo, offrendoci il suo prospetto e la parte laterale della gran sala, con tre grandi finestre di gusto Normanno, e qualche mensolone rimasto lungo la cornice. L'adito è breve ed a mancina. Pria d'entrare nel cortile, in una nicchia di marmo bianco, ornata sul fare del cinquecento, vedesi un busto, forse d'uno di casa Barrese. Di rimpetto vi è la cappella intitolata a S. Antonio; la porta, di marmo bianco, è abbellita da ornati e figure anche del cinquecento, ma l'interno, massime la parete di fondo, è pieno d'ornati moreschi, e con nettezza sono scolpiti quei fogliami traforati e spinosi. Lungo i piedritti della soffitta leggonsi alcune sentenze allusive alla Genesi, scritte nel vernacolo siciliano di quei tempi. Di rincontro all'ingresso del cortile si conservano le arcate, composte da grossi pilastri quadrati, in ciascun angolo delle quali vi hanno colonnette e fasce, che girano nell'imposta; e nelle alette vi sono zoccoli capricciosamente scolpiti, con animali e altre figure aggruppate. Sopra le arcate si apre una gran finestra, con bei profili; sul fregio veggonsi emblemi baronali e segni del Zodiaco; i grossi Zoccoli laterali a parapetto, sono ingombri di animali. A piè dell'ingresso si sale una scala molto decorata, che da una parte conduce al prospetto della gran sala con grosso bugnato; è la gran porta di stile Normanno, con molte colonnette, ed in uno de' pilastri si osserva ancora una statua corrosa dal tempo. I mentovati intagli sono di pietra di duro travertino. In mezzo alla scala, su di un torrione, s'alza una statua di S. Michele. L'altro braccio di scala porta in ampio verone, che introduce a numerose stanze ed a sotterranei incavati nella viva pietra; da questi incavi e da questi trafori vuolsi da alcuni originato il nome del paese, imperocchè da Pierre percée è facile derivarne Pietrapersia; altri però preferiscono altre etimologie, chè così la vogliono denominata dai Saraceni.
Laonde, dai diversi stili d'architettura, sembra l'edificio appartenere a diverse epoche. Ed a noi saprebbe grado, se tra quei memorandi avanzi di belle arti del medio evo, in luogo di vedervi sgherri, carceri e carcerati, ci trovassimo cose che abbellissero ed allegrassero quella solitudine veneranda.
Laonde, dai diversi stili d'architettura, sembra l'edificio appartenere a diverse epoche. Ed a noi saprebbe grado, se tra quei memorandi avanzi di belle arti del medio evo, in luogo di vedervi sgherri, carceri e carcerati, ci trovassimo cose che abbellissero ed allegrassero quella solitudine veneranda.
(Jeanette Villepreux Power in Guida Per la Sicilia - 1842)
Il "Puntale"
Torre detta del "Puntale"
La torre in realtà era lo studio nonchè biblioteca e osservatorio astronomico dei Barresi
Prospetto "al mezzogiorno" del castello sul quale si affacciava la gran sala con le tre finestre "Normanne"
Prospetto "al mezzogiorno" del castello a sinistra si vede la porta-finestra della sacrestia della cappella palatina intitolata a S. Antonio Abate.
La torre al cui interno si trovava la cappella palatina di S. Antonio Abate, oggi in parte inglobata nel serbatoio comunale dell'acqua.
Finestra dell'armeria, ricavata interamente nella roccia.
Avanzi di una delle tre grandi finestre "Normanne" della gran sala.
Falsa finestra "ricostruita" nel restauro di consolidamento degli anni '80, in prospettiva si vede una delle finestre della torre del "Puntale" affacciate sul lato Nord del castello.
Avanzi di una finestra bifora della torre del "Puntale".
Questo è tutto ciò che rimane del prospetto "al mezzogiorno" che fece scrivere a Jeanette Villepreux Power: "ed il mio cuore restò vinto dalla maraviglia e dal rispetto".
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Petra 'n capu Petra
Ubicazione:
94016 Pietraperzia EN, Italia
lunedì 17 giugno 2013
sabato 11 maggio 2013
venerdì 12 aprile 2013
Amabili Resti
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Ubicazione:
94016 Pietraperzia EN, Italia
martedì 16 ottobre 2012
giovedì 19 luglio 2012
Il Castello
Muove difatti a sdegno, siccome di ogni altro di quell'epoca, lo stato miserando del castello di Pietraperzia. Sorge magnifico a settentrione della città tra validi baluardi e con l'ingresso rivolto a mezzogiorno.
(G. Di Marzo - Delle belle arte in Sicilia dai Normanni sino alla fine del secolo XIV - 1858)
Quando Gioacchino Di Marzo, nel 1858, scrive queste parole il castello di Pietraperzia conservava le strutture ancora tutte all'impiedi con gli annessi fregi, sculture, affreschi e portali. Magari si fosse conservato il castello per come lo vide il Di Marzo!!! Oggi avremmo un'attrattiva turistica notevole per le nostre zone e un tesoro architettonico ed artistico che sarebbe motivo di orgoglio per i Pietrini e per tutti i Siciliani.
giovedì 12 luglio 2012
de' Barresi illustri antica sede
Del salso Gela, che col vago piede
Il fertil seno di Sicilia parte,
A la sinistra riva alzar si vede
Rocca la fronte in rilevata parte;
Che de' Barresi illustri antica sede
Cara è stata a le Muse, e cara a Marte;
Onde uscir sempre le più vive luci,
Di senno e di valor fidate duci.
E ben venir dalla chiarezza han mostro
Del sangue ond' hebbe vita il pio Goffrido,
E gli altri espressi dal purgato inchiostro,
Che sol hoggi ha fra noi la fama e il grido.
Hor in questo sublime eletto chiostro,
Qual novella Fenice in suo bel nido,
Nacque la nobil Dorotea, che ancora
Non pur' Italia, Europa tutta honora.
Ella qui in tempo, ed in virtù poi crebbe;
E di Giovanni il bel fatta consorte,
Le prime palme, e le più chiare accrebbe
Al gran nome immortal di Branciforte.
E però sempre amò, sempre caro hebbe
Il loco, a cui quel ben fu dato in sorte,
Fabritio il buon, Fabritio a sì gran madre
Degno figlio non men, ch'a si bel padre.
Di ricchi arnesi il signoril castello
Fu da' primieri fondatori adorno;
E lo fèr vago a maraviglia e bello
I bianchi marmi e' bei dispri intorno;
Ma l'opere di lima o di pennello
Son tal, che fanno a Morte invidia e scorno,
Vivi serbando degli estinti egregi
Gli aspetti, i fatti, le vittorie, e i pregi.
Nell'ampissime sale in su dal tetto
Armi pendenti, e spoglie da' pareti,
Spirano un dolce horror che con diletto
Spaventa e rende i riguardanti lieti:
Ha poscia in luminoso e bel ricetto
Humano studio onde s'affanni e acqueti;
Ne le moderne carte e ne le antiche
De' più saggi scrittori l'alte fatiche.
Pompa maggior Sicilia mai non vide;
Nè vedrà forse ne l'età futura;
(Filippo Paruta - Palermo, 1552 – 1629
Il fertil seno di Sicilia parte,
A la sinistra riva alzar si vede
Rocca la fronte in rilevata parte;
Che de' Barresi illustri antica sede
Cara è stata a le Muse, e cara a Marte;
Onde uscir sempre le più vive luci,
Di senno e di valor fidate duci.
E ben venir dalla chiarezza han mostro
Del sangue ond' hebbe vita il pio Goffrido,
E gli altri espressi dal purgato inchiostro,
Che sol hoggi ha fra noi la fama e il grido.
Hor in questo sublime eletto chiostro,
Qual novella Fenice in suo bel nido,
Nacque la nobil Dorotea, che ancora
Non pur' Italia, Europa tutta honora.
Ella qui in tempo, ed in virtù poi crebbe;
E di Giovanni il bel fatta consorte,
Le prime palme, e le più chiare accrebbe
Al gran nome immortal di Branciforte.
E però sempre amò, sempre caro hebbe
Il loco, a cui quel ben fu dato in sorte,
Fabritio il buon, Fabritio a sì gran madre
Degno figlio non men, ch'a si bel padre.
Di ricchi arnesi il signoril castello
Fu da' primieri fondatori adorno;
E lo fèr vago a maraviglia e bello
I bianchi marmi e' bei dispri intorno;
Ma l'opere di lima o di pennello
Son tal, che fanno a Morte invidia e scorno,
Vivi serbando degli estinti egregi
Gli aspetti, i fatti, le vittorie, e i pregi.
Nell'ampissime sale in su dal tetto
Armi pendenti, e spoglie da' pareti,
Spirano un dolce horror che con diletto
Spaventa e rende i riguardanti lieti:
Ha poscia in luminoso e bel ricetto
Humano studio onde s'affanni e acqueti;
Ne le moderne carte e ne le antiche
De' più saggi scrittori l'alte fatiche.
Pompa maggior Sicilia mai non vide;
Nè vedrà forse ne l'età futura;
(Filippo Paruta - Palermo, 1552 – 1629
Per lo matrimonio della Sig.a Giovanna d' Austria col Principe di Pietraperzia)
lunedì 2 luglio 2012
Nel cuore della Sicilia
"Nè di Pietraperzia torbido e lento
il popolo a seguir costui si rende;
Pietraperzia leggiadro, e forte arnese,
Che sta nel core al siculo paese."
(Giuseppe De Spuches in Gualtiero novella siciliana del secolo XIII)
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